I segreti della Link building nel 2018: come costruire una strategia SEO vincente

La ricetta che unisce contenuti di qualità, attività di digital PR, partnership editoriali e selezione di referring domain autorevoli e pertinenti con il nostro sito.

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In seguito alle introduzioni di Penguin nel 2012 sono state previste penalizzazioni per tutti i siti che erano ricorsi a link a pagamento. Da allora si sono susseguiti diversi aggiornamenti dell’algoritmo volti a identificare non solo i link a pagamento ma tutti i link “non naturali”.

Nonostante ciò, i link sono ancora un fattore di ranking molto importante e possono davvero fare la differenza nel posizionamento di un sito. Per questo motivo, agenzie e brand proseguono con rinnovato interesse le attività di link building.

Vediamo quindi come impostare una strategia di link building vincente.

Analisi dei backlink

Non lo abbiamo mai nascosto, i dati sono il nostro punto di partenza e quello di arrivo per misurare e calibrare le attività di digital marketing. Anche nel caso della link building prima di mettere in piedi una strategia, procediamo con un’analisi dei backlink del sito sul quale vogliamo agire, nel caso di un sito già esistente, e dei link dei suoi competitor diretti.

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Nel caso in cui si tratti di un nuovo sito, sarà comunque opportuna un’analisi dei competitor e dello scenario in cui questo sito si andrà ad inserire.

Per analizzare in maniera efficace i link in entrata e in uscita, esistono diversi tool, qui segnaliamo tra i più validi Ahres, SeoZoom e Majestic Seo.

L’analisi dei backlink serve ad identificare:

· Contenuti top performer: individuare le pagine con il maggior numero di link in entrata ci aiuta ad comprendere quale tipologia di contenuti riscuote maggiore successo. In questa fase è anche utile studiare i contenuti top performer dei competitor come spunto per la futura produzione editoriale

· Analisi degli anchor text: verificare quali sono le parole più utilizzate nei link che puntano alle pagine del nostro sito e dei nostri competitor. L’ideale è avere un profilo bilanciato, con un maggior numero di anchor text riferiti al brand e un numero minore di anchor con keyword pertinenti al nostro business. Ad esempio, nel caso di un sito del settore assicurativo, il maggior numero di ancore dovrà essere il nome del brand e, in misura minore, keyword quali assicurazione auto, polizza auto, polizza furto e incendio, etc.

· Referring domain: mappare il numero, la tipologia e la qualità dei domini che linkano il nostro sito e a quelli dei nostri competitor. Avendo chiaro il tipo di domini che linkano noi e i nostri competitor, è possibile individuare i siti che per autorità e pertinenza sono i perfetti candidati per le nostre attività di link building. Avremo quindi una lista di domini qualificati a cui proporre contenuti ed eventuali partenership editoriali o ancora da coinvolgere nelle attività di digital PR.

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Una volta delineato questo scenario, saremo in grado di individuare la tipologia di contenuti da inserire nel piano editoriale, gli anchor text sui quali puntare e i domini da contattare per le nostre attività.

Link earning: Content is (still) the king

Il vecchio mantra che vede il contenuto al centro delle attività di digital marketing è ancora più che valido nel caso della link building. Non esiste infatti modo migliore per ottenere dei link che produrre dei contenuti originali e di alta qualità: i blog e le testate di settore saranno interessati a riprenderli per offrire approfondimenti all’utente.

L’ideale è quindi creare un piano editoriale con news e informazioni sul brand ma anche con contenuti informativi slegati dal prodotto, ricerche, infografiche e video sul settore di riferimento del nostro business. Anche se è consigliabile, ciò non significa necessariamente creare una sezione blog o notizie all’interno del sito, se non ne è prevista una: è possibile inserire informational content anche in siti con un’anima meno editoriale. Faq, Guide e sezioni dedicate al cliente possono ospitare contenuti di ampio respiro e approfondimenti sul settore non necessariamente legati al marchio.

Digital PR

Naturalmente, produrre contenuti originali e di alta qualità ha un effort elevato e bisogna essere in grado di promuoverli per massimizzarne la visibilità, attraverso attività di ufficio stampa e digital PR, che risultano cruciali anche nel rapporto con i domini con i quali vogliamo mantenere o instaurare una collaborazione.

È un’attività certosina che si svolge attraverso il contatto con il singolo redattore o blogger e che di certo può fare la differenza nel successo di una strategia di link building.

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Ma la sinergia tra seo e pr non si chiude qui: attività come contest, concorsi e iniziative speciali create per generare awareness o per promuovere un prodotto, sono occasioni d’oro per ottenere dei link in entrata non solo da partner e social network, ma anche da testate e blog, sfruttando il buzz creato dall’iniziativa.

Stay Local

Se il nostro business è strettamente radicato ad un determinato territorio o è rivolto ad una specifica nicchia di mercato, è utile inserire nella nostra strategia anche siti con un’autorità non molto elevata ma che parlano al nostro target di riferimento.

Ciò si traduce nel creare dei contenuti di interesse per la nostra nicchia e nell’includere tra i domini da contattare community, forum e riviste locali.

Monitoraggio

Una volta messa in piedi la strategia e avviate le attività, non bisogna assolutamente dimenticare di monitorare l’andamento dei backlink nei mesi a seguire.

Quasi tutti i tool dedicati alla link building permettono di monitorare l’andamento dei backlink con segnalazione dei lost o broken link oltre che dei link con tag nofollow.

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È inoltre utile monitorare la qualità dei domini dai quali riceviamo dei link: nel caso di un calo dell’autorità o di una penalizzazione da parte di Google di uno di questi domini, può essere utile chiedere di rimuovere il link.

Il giusto mix

Una strategia di link building deve tenere in considerazione una grande quantità di fattori per risultare quanto più possibile naturale, focalizzata sul target ed efficace. Il giusto mix va sempre definito in base al business e al mercato di riferimento partendo dai dati e non ci stancheremo mai di dirlo, misurando le performance prima, dopo e durante le attività.

Per approfondire:

Schemi di link

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